Quando parla di sé o della sua vita, Morgan Corso, cattura, lo si ascolta, e …. inesorabilmente si è in trappola!
Parla con voce ferma, sguardo vivace, brillante e fiero, trasmette energia, vitalità, positività.
Tutte le sue parole evocano nell’ascoltatore emozioni, riflessioni e la voglia di saperne di più di lui e del suo percorso formativo.
La sua vita è ricca di esperienze, egli è, come lui stesso si definisce, un giovane-vecchio.
Giovane perché nato solo quarantotto anni fa, vecchio perché è come se avesse vissuto molte vite parallele.
Un’infanzia difficile la sua, segnata da un rapporto molto conflittuale tra i suoi genitori, dalla prematura necessità di lasciare lo studio per il lavoro, ed ancora, dalla responsabilità di prendersi cura dei due fratelli minori a soli quattordici anni insieme alla sorella maggiore Chantal.
Morgan viene privato così, già nella prima adolescenza, della possibilità di essere un ragazzino spensierato, di giocare, di studiare, di scegliere la sua strada.
Qualcuno ha anticipatamente scelto per lui: la vita con le sue molteplici difficoltà ha bussato alla sua porta. Lui però, si fa trovare pronto, fa ciò che deve, non fugge, si responsabilizza, ma dentro di sé covano ansie, paure e tanta insicurezza. Si districa nel fare i più disparati mestieri e cerca di farli al meglio.
Tenta, a diciannove anni, di riprendere gli studi, iscrivendosi ad una scuola serale, ma ancora una volta, la sorte rimescola le carte in tavola: fa un incidente stradale, ne esce indenne, ma con un auto distrutta e per pagare le cambiali della stessa auto e della scuola è costretto di nuovo ad interrompere gli studi.
Attribuisce, nel descrivere la sua vita, un valore positivo al fatto di non aver potuto studiare in età scolare, individua in ciò, l’input che sta dietro alla sua straordinaria crescita umana e professionale.
La positività del pensiero, la capacità di trasformare con energia, gli ostacoli della sorte in nuove opportunità, costituiscono senza dubbio, i tratti salienti della sua poliedrica personalità.
Non ha avuto modelli, all’interno della famiglia d’origine, descritta nel suo insieme come poco affidabile, eccezion fatta, per suo cognato Riccardo, al quale tributa un forte senso di responsabilità e di affidabilità e una grande capacità di costruire, di raggiungere obiettivi importanti. Da queste pagine si vuol far arrivare un grazie sentito e sincero a Riccardo soprattutto per il suo essere stato sempre “presente” nella vita di Morgan, Quindi Morgan ha cercato altrove, i suoi modelli ideali, trovandone, ad esempio, uno speciale nel mondo dello sport, il campione di Formula 1 Ayrton Senna.
Sembra un innamorato quando parla del pilota brasiliano, ammira il suo straordinario entusiasmo, il suo aderire con tutto se stesso alla passione per la Formula 1, alla quale ha immolato, come è noto, la sua stessa vita. Infatti Senna nasceva in un contesto familiare benestante, aveva dinanzi a sé un percorso sicuro, già tracciato, ma lui scelse di seguire la sua passione e una volta divenuto famoso e ricco, decise di pensare agli altri donando parte del suo cospicuo patrimonio per le infinite necessità del suo problematico e povero paese.
Grande ammirazione per un uomo coraggioso che ha inseguito il suo sogno fino in fondo, senza per questo dimenticarsi del mondo.
Anche Morgan custodisce nel suo profondo, un sogno grandioso; quello di condividere con le persone, quante più possibili, la sua esperienza nella formazione professionale, il suo amore per essa, che gli ha permesso di diventare uomo, di scoprire le chiavi di volta del successo, di trasformarsi in vincente nella professione, ma prima di tutto nella vita.